MESSINA - SI CONTINUA A TENERE LA TESTA SOTTO LA SABBIA, CON IL DISSESTO?
DATA NOTIZIA: 19/02/2014 - FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
 

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Riceviamo & Pubblichiamo *


Stiamo vivendo giorno per giorno, con estrema indifferenza e insensibilità, l’agonia economica e finanziaria del Comune di Messina.

L’Assessore Guido Signorino, in una conferenza stampa, ebbe a dichiarare che la situazione debitoria del Comune è di circa 180 milioni di euro, cui si aggiungono 120 milioni di euro per debiti cosiddetti latenti. Quest’ultima cifra richiederà ulteriori approfondimenti, ma nel complesso l’esposizione dell’Ente effettiva e potenziale si dovrebbe aggirare attorno ai 300 milioni di euro. Notizie di stampa riportano che i debiti del contenzioso esistente potrebbero aggirarsi a circa 500 milioni di euro. Vi sono da aggiungere i debiti dell’ATM, di Messinambiente S.p.A., dell’ATO ME3, dell’AMAM e delle altre partecipate. Sciorinare e o andare a caccia dei debiti del Comune e delle sue Società è una vera e propria analisi impietosa che porta ad una unica soluzione:

Se il Comune di Messina, Sindaco – Assessori -  Consiglieri e tutte le forze politiche che inspiegabilmente cercano di puntellare e fare apparire di facile soluzione la crisi, vuole effettivamente e in modo trasparente cambiare e ripartire da zero, recuperare fiducia nei propri mezzi, liberarsi da chi in questi decenni ha pensato agli affari propri, ad arricchirsi devastando la Città, un tempo nobile Siciliae Caput, deve inevitabilmente e senza indugi dichiarare il dissesto.

D’altronde, prima o poi ci si arriverà, perché qualsiasi tentativo che si è cercato di porre in essere, non è stato altro che arrampicarsi sugli specchi.

In data 29 gennaio 2014, il Consiglio Comunale è stato chiamato a rideliberare il Piano di riequilibrio pluriennale 2013-2022 che aveva già approvato  con delibera C.C. n. 11/C del 11.02.2013. Solo che la delibera n. 1/C /2014 , purtroppo secondo l’Ordinamento EE.LL. non  può sortire alcun effetto, in quanto sulla proposta  si sono pronunciati solo 14 Consiglieri su 34 presenti e votanti, quindi  proposta rinviata al mittente.

Ma chi ha paura del dissesto finanziario?

Dalla dichiarazione di dissesto i Messinesi hanno tutto da guadagnare e nulla da perdere, per i seguenti motivi:
    
Già pagano i tributi con aliquota al massimo,  la refezione scolastica, gli asili, i servizi a domanda individuale sono al 36% a carico degli utenti.

Gli Impiegati Comunali non hanno nulla da temere, perché il Comune  di Messina dovendo avere, per legge, il rapporto di 1 dipendente per ogni 121 abitanti, deve avere una dotazione organica di n. 2023 dipendenti. In atto ne ha 1578 dipendenti di ruolo e n. 302 dipendenti fuori ruolo.

Le conseguenze negative sono sul piano dei Creditori del Comune, quelli sì che hanno da temere; si vedono bloccate tutte le procedure esecutive in corso, non possono intraprendere o proseguire altre procedure contro il Comune; eventuali pignoramenti eseguiti sono inefficaci. I debiti non producono più interessi, nè sono soggetti a rivalutazione monetaria; lo stesso dicasi per le anticipazioni di cassa, dove il Comune è pesantemente esposto. Inoltre tutta la massa debitoria viene ridotta tra il 40 ed il 60% del debito.

Altro punto fondamentale sono le conseguenze sul piano Politico Amministrativo. Finalmente Messina inizierebbe il vero cambiamento, perché quelli che la Corte dei Conti individuerà come i responsabili del dissesto, non potranno più ricandidarsi, nè occupare cariche pubbliche per dieci anni e risponderanno, con il loro patrimonio, nei riguardi di un Comune che hanno dissestato.

Con il dissesto si pone fine alle gestioni economiche “ dissennate “ e si obbliga gli Amministratori  ad applicare i principi di buona amministrazione,  la diligenza del buon padre di famiglia, al fine di non aggravare ulteriormente la posizione debitoria.
Questo è quello che devono gli attuali Amministratori ai Cittadini Messinesi.

 

Messina,19 febbraio 2014

                                                                                   ASSOCIAZIONE
CIRCOLO  IL MEGAFONO  “ ZANCLE”
                                                                                                             IL PRESIDENTE
                                                                                                         Antonello Antonazzo

 

 
 
 
 
 

 

 
 
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