ITALIA - 7 COSE DA NON FARE SE STATE MORENDO DAL CALDO
DATA NOTIZIA: 18/07/2015 - FONTE NOTIZIA: http://www.tvsvizzera.it
 

Guida semiseria alle tecniche più o (soprattutto) meno intelligenti per combattere la canicola

Nel caso non ve ne foste accorti: fa caldo. Parecchio. Ovviamente giornali, radio, tv e siti web pullulano di notizie legate all’afa, e ci sono centinaia di articoli su come affrontarla: non uscire nelle ore più calde, bere tanto, mangiare frutta, tenere d’occhio bambini e anziani e così via. Un vero e proprio mantra che ci sentiamo ripetere ogni anno. Tutte cose sacrosante, per carità, ma –diciamocelo- non è che siano di gran sollievo a corto termine.

Ecco allora che in mancanza di condizionatori, piscine, fiumi/laghi/spiagge a portata di mano, c’è chi si inventa le classiche soluzioni fai da te e –sorpresa- non tutte sono poi così demenziali come potrebbero apparire.

Ecco quindi, tra il serio e il faceto, la nostra top seven, realizzata con l’aiuto del dottor Dieter Suter, medico generico.

1. La tecnica dell’eschimese

Ghiaccio mon amour. Chi non ha mai sentito qualcuno millantare di essersi fatto il bagno con i cubetti di ghiaccio? Ecco, questa è una tecnica decisamente stupida. Primo perché si rischia la polmonite, secondo perché lo shock dato dall’escursione termica tra la vasca ghiacciata e i 40 gradi ambientali può essere pericoloso, e terzo perché non si capisce perché uno, per non morire dal caldo, dovrebbe scegliere di morire dal freddo.

Diverso, invece, il caso del pediluvio freddo, o anche della doccia gelata, o del tuffo in una vasca fredda. “Un piccolo shock termico -ci dice il medico- può aiutare, ma dev’essere di breve durata. Certo da un sollievo magari a corto termine, ma contribuisce ad abbassare la temperatura del corpo e quindi a star meglio”.

2. La tecnica dell’ubriacone

Un’altra idea non proprio brillantissima è quella di ammazzarsi di birra gelata, limoncini, vodka ghiacciata, e altre bevande suscettibili di migliorarvi l’umore ma non la temperatura. Il problema in questo caso è soprattutto dato dal fatto che essendo l’alcool un vasodilatatore, crea instabilità circolatoria e quindi peggiora lo stato di benessere generale, abbassando la pressione.

3. La tecnica del golosone

Un gelato ogni tanto sì, sempre per il discorso del raffreddamento della temperatura corporea; esagerare no, perché se si stressa eccessivamente lo stomaco quello poi deve lavorare e lavorando produce energia, e quindi… calore.

Per lo stesso motivo conviene stare leggeri, mangiando cibi freddi.

Oltre alla cassoela, alla fonduta di formaggio bollente e alla grolla valdostana è in generale consigliato consumare poche proteine per lo stesso motivo dell’alcol: la loro digestione produce molto calore.

 4. La tecnica dell’obitorio

In mancanza della possibilità di rinchiudersi in una cella frigorifera per la notte, per poter dormire a 40° all’ombra c’è chi ha avuto l’idea di far l’opposto mettendo nel frigo… il letto, o meglio cuscino e lenzuola.

Ecco: per quanto la cosa possa suonare paradossale e comica, l’effetto secondo Suter può esser benefico. “Il principio è sempre quello dello shock termico. Ci si sdraia in un letto fresco, la temperatura si abbassa, e prendere sonno può essere più facile”. Occhio però a non confondere il frigo con il congelatore, pena la sindrome della mummia di Similaun.

5. La tecnica del Boffalora

Alzi la mano chi, ogni estate, si ricorda dove aveva riposto il maledetto ventilatore l’anno prima. E una volta reperito il marchingegno: chi non si è mai trovato davanti al dilemma di come togliergli la polvere annidata in tutti gli interstizi, prima di avviarlo e spargerla per tutta la casa?

A parte queste controindicazioni di non poco conto, il ventilatore è una buona soluzione. Il consiglio è quello di non spararsi l’aria direttamente addosso (anche se in certi momenti la tentazione è forte, lo sappiamo) ma di usare il ventilatore per far circolare l’aria nel locale. Più l’aria circola, più si raffredda.

6. La tecnica del pinguino

“Il condizionatore, ci spiega il dottor Suter- è un’arma a doppio taglio. Certamente in un locale con aria condizionata si sta meglio, ma il problema si pone quando il locale bisogna lasciarlo”. E in effetti, di questi tempi, uscire dal supermercato nel parcheggio più che un’attività consona a casalinghe e famiglie sembra una prova di coraggio vichinga.

“Il fatto -ci spiega il dottor Suter- è che se il nostro corpo si abitua a una certa temperatura, trovandosi all’improvviso confrontato con un’altra ci metterà di più a mettere in atto le contromisure”. Quindi se soggiorniamo per alcune ora in un locale a 22° e poi usciamo per strada dove ce ne sono 40°, il nostro organismo ci metterà di più ad attivare la sudorazione (che serve appunto ad abbassare la temperatura corporea) e a rallentare i processi fisici per produrre meno energia possibile. Di conseguenza soffriremo di più il caldo.

Non ci sono studi scientifici mirati, ma in generale si consiglia quindi di tenere l’aria condizionata a 4-6 gradi di differenza dalla temperatura esterna. Cosa che nessuno fa mai.

Inoltre occhio ai colpi di freddo. “Di questi tempi -ci dice ancora il medico- i problemi reumatologici sono all’ordine del giorno. In particolare l’eccessivo raffreddamento muscolare può causare problemi alle cervicali”.

7. La tecnica del beduino

A mali estremi, estremi rimedi. Beh, c’è chi sostiene che se la temperatura ambientale supera quella normale del corpo (quindi  36°) ha senso… coprirsi.

In effetti, riflettendoci, cappotti, coperte e piumoni non sono caldi di loro. Semplicemente sono isolanti e quindi ci proteggono dal freddo dell’ambiente, impedendo che il calore del nostro corpo si disperda nell’aria. E l’isolazione funziona nei due sensi.

È uno dei motivi per cui alcune popolazioni che vivono in zone particolarmente calde si coprono da capo a piedi.

Si accettano volontari per testare questa teoria. Noi andiamo a prendere un gelato.

 
 
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