BROLO (ME) - RUBANO COLLANINE E BRACCIALETTI DI PAOLO GULLA L’APPELLO DELLA MAMMA
DATA NOTIZIA: 02/02/2013 - FONTE NOTIZIA: Massimo Scaffidi
 

"Hanno rubato i ricordi di mio figlio: braccialetti, medaglie, collanine,oggetti che segnavano la sua crescita ... la comunione, il primo dentino, la cresima, i compleanni".

Parla così, occhi bassi, come se l'avessero colpita duro, fisicamente provata, è la mamma di Paoletto, pochi minuti dopo il furto.

La casa è devastata.

Erano oggetti d’oro che mostravano, anche nei graffi, nelle irregolatezze dei bordi, nelle scolorature dell'uso, la crescita di un figlio, quando iniziava a camminare, poi a parlare, che sorrideva e abbacciava mamma e papà per il regalo di promozione, di un successo sportivo, di un onomastico, di una festa passata insieme.

"Non sapete quanto male mi avete fatto", dice ora mamma Nunziatina.

E si rivolge ai ladri, li prega di restituirle quel piccolo sacchetto di ricordi.

Un valore forse al banco dei pegni, in un "comproro" compiacente, di poco conto, ma sotto il profilo delle emozioni enorme.

Valori e ricordi che riempiono la vita che non si possono svendere.

Collanine che ora venivano guardate, accarezzate, lucidate come se dovevano essere ancora indossate, che "sapevano" di lui, zeppi dall’idea, dell’amore, della voglia di rivederle addosso a quel ragazzo andato via troppo presto.

"In quei monili c’è la vita di mia figlio” ripete Nunziatina, quella mia e di mio marito che viviamo nel suo ricordo.

I ladri sono entrati stamani in quella casa trasformata in un museo, che parla di Paolo. Impossibile non capirlo.

Da quel tragico giorno, nell'estate scorsa, la vita di Pippo e Nunziatina è cambiata: stravolta, sconvolta, fatta a pezzi.

Un difficile lavoro - tra volontariato, impegno sociale, lavoro, per rimettere a posto i tasselli, gli equilibri legati dal filo della memoria.

E quei gioielli erano un pezzo importante di questa macchina dei ricordi.

“Io aspetto, prego e non mollo - dice ora Pippo – Aspetto che me li facciano avere, solo quelli di mio figlio, il resto lo possono trattenere".

"Potete telefonare notte e giorno, parlate con il prete di Brolo o di Ficarra, contattare gli amici di Paolo, lasciarli vicino un cassonetto, dentro una buca delle lettere, dietro il cancello dell'ufficio turistico di Brolo, ci sono mille modi per restiture un sacchetto i ricordi.

Passate la voce anche a persone che non leggono i giornali e non guardano la tv.

Vi preghiamo, restituite a una mamma coraggiosa che vive nel ricordo di un figlio quel pezzo di cuore, oggi in frantumi”.

Sarebbe come uccidere Paolo due volte.

 
 
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