I paesi arabi come una fabbrica di migranti, le politiche migratorie europee come un fagocitante macello. Barconi carichi di stracci e speranze bloccati alle frontiere europee: da “eroei” della rivoluzione a “clandestini”. Sono alcune delle immagini con cui i partecipanti del progetto Euromed “Jeunes ramiers afce au voiliers”, provenienti da Italia, Francia, Portogallo, Romania, Egitto, Marocco e Tunisia, hanno rappresentato la difficile situazione dell’immigrazione clandestina. Il partner italiano è stata l’associazione “La Spiga” di Gioiosa Marea, che ha ben potuto spiegare la difficile situazione italiana in materia di politiche migratorie, e dei clandestini all’arrivo sulle coste siciliane.
Una iniziativa di grandissima attualità e che avrà probabilmente un seguito anche in Sicilia, anche alla luce dei recenti avvenimenti: “la tragedia dei migranti sulle coste di Lampedusa ci ha profondamente colpiti ed addolorati, oltre a darci una grave sensazione di impotenza, ancor più dopo aver affrontato l’argomento insieme a tanti giovani dell’area euro-mediterranea” ha dichiarato il presidente dell’associazione, Roberta Fonti. “Quando nelle cittadine tunisine sentono la parola Sicilia il loro primo pensiero va a Lampedusa, e ne parlano come fosse un sogno – spiega il presidente – noi abbiamo cercato di portare il nostro punto di vista, facendo capire come invece la situazione sia davvero drammatica e, attraverso il dibattito, i laboratori e i workshop, tutti strumenti dell’educazione non formale, abbiamo cercato di analizzare le cause e le possibili soluzioni in un’ottica di cooperazione internazionale tra enti non governativi”.
Il progetto si è svolto dal 17 al 24 settembre a Nabeul, cittadina della costa che si trova 65 km a sud di Tunisi, proprio vicino Hammamet, ed è stato organizzato dall’Association for the promotion of rural youth, presieduta da Wahiba Belghit. I partecipanti italiani dell’associazione La Spiga, al suo primo scambio internazionale ufficiale, sono stati Simona Fonti, Fabio Caleca, Lucia Scolaro e Roberta Fonti, provenienti da Gioiosa Marea, Montagnareale e Patti. Tra le attività del progetto, conclusosi appena pochi giorni fa, anche una giornata di animazione, informazione e sensibilizzazione in un quartiere svantaggiato nella cittadina rurale di Grombalia, a pochi passi dalla turistica e scintillante Hammamet. “Sono queste le zone, e sono molte, in cui non vi è una percezione delle reali condizioni di vita in Europa e in Italia, attraversate come sappiamo da una grave crisi economica, ma filtrate attraverso i programmi televisivi sono considerate come una sorta di Terra Promessa” continua il presidente. “Un’esperienza, quella dello scambio, di forte impatto emotivo e dal grande valore formativo umano e sociale – hanno dichiarato i partecipanti – poiché si ha la possibilità di confrontarsi realmente, nella quotidianità, con coetanei di culture profondamente diverse, vivendoci insieme 24 ore al giorno e ritrovandosi alla fine del progetto con un bagaglio di esperienze e amicizie che non si potrebbe ottenere con nessun’altro mezzo”. Il Programma Euro-Med per la Gioventù è un programma che promuove la mobilità dei giovani e la comprensione tra le persone e si concentra sulla mobilità, l’istruzione non formale e l’apprendimento interculturale.
L’obiettivo è di sostenere e rafforzare la partecipazione e il contributo delle organizzazioni giovanili e i giovani dalla regione Euro-Mediterranea per lo sviluppo della società civile e la democrazia.