Come un fulmine a ciel sereno, dopo il dissesto economico confermato dalla Corte dei Conti, per tantissimi cittadini brolesi la prossima “matassa” da sbrogliare riguarda l’abusivismo edilizio. C’è un’ordinanza comunale che dispone che ben 130 famiglie dovranno lasciare le loro case o quelle estive perché costruite abusivamente. Una storia antica, mai risolta, che risale a trent’anni fa, emersa già all’epoca della sanatoria del 1985. Nei tempi recenti, per l’esattezza nel 2013, a parecchi comuni siciliani, l’assessorato notificò i rilievi per l’esecuzione dei relativi procedimenti di contestazione. Ma a Brolo in molti fecero orecchio da mercante.
Ora la vicenda è arrivata al dunque. A firmare lunedì sera i provvedimenti brolesi, è stato il capo dell’ufficio tecnico comunale, l’ingegnere Basilio Ridolfo. Ad essere interessati, sono 130 immobili, abitazioni abusive, realizzate nei primi anni 80 in violazione di norme ambientali ed urbanistiche, che dovranno essere o demolite o saranno acquisite al patrimonio comunale. Le costruzioni abusive non si trovano tutti nella stessa zona, ma si estendono a macchia di leopardo sull’intero territorio brolese. La maggior parte, comunque dei manufatti, si trovano nella zona lato Palermo, cioè la Brolo Ovest, quella fascia di litorale, al di sotto della linea ferroviaria fino a ridosso della contrada con Ponte Naso, molto conosciuta per le numerose villette e residenze dove i vari proprietari, passano le loro vacanze estive.
Due le trance da seguire, una che riguarda 82 ingiunzioni di acquisizione al patrimonio comunale, con alcuni di questi immobili che erano già stati oggetto di ordinanze di abbattimento non eseguite o addirittura già trasferiti nel patrimonio comunale. I proprietari dovranno sgombrare entro 30 giorni, poi sarà ancora compito non facile (dopo il dissesto, ndc) del consiglio comunale a decidere sulla necessità di procedere con le demolizioni o l’eventuale sussistenza dell’interesse prevalente per la non demolizione e l’apertura di un altro fascicolo.
La seconda linea di indagine, riguarda altre 45 ordinanze di demolizione per altrettanti abitazioni, in varie zone del centro urbano e delle fra zioni di Brolo di Casette, sopra Lacco e Marina. Per dare il via all’esecuzione di queste ci sono 90 giorni di tempo, quindi, in caso di non ottemperanza, ci sarà forzatamente l’acquisizione al patrimonio comunale.
Il passaggio successivo è la verifica dell’avvenuta demolizione da parte dei vigili urbani. Se l’opera nei termini di 90 giorni non viene demolita, viene notificato alla ditta il provvedimento di accertamento dell’inottemperanza, contenente pure l’ordine di sgombero, che costituisce titolo per l’immissione nel possesso e per la trascrizione del bene nei registri immobiliari. Infine, sono solo tre le diffide a demolire per manufatti realizzati su demanio fluviale. In attesa di novità, ricorsi al Tar o quanto possa servire ai proprietari per tenersi “stretto” il proprio immobile, c’è da sottolineare comunque che «qualora l’opera abusiva risulti adibita a dimora abituale e principale del responsabile dell’ abuso e del suo nucleo familiare, anche di fatto, il sindaco, dopo l’acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale, su richiesta del responsabile dell’abuso, può concedere il diritto di abitazione sull’immobile al richiedente e ai componenti del suo nucleo familiare».
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