Q-MAGAZINE - FURNARI – GAL TIRRENICO: NUOVO PRESIDENTE E GIROLAMO (GINO) BERTOLAMI, VICE MICHELE CAPPADONA
DATA NOTIZIA: 28/03/2021 - FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
 

L’assemblea del Gal Tirrenico elegge presidente Girolamo (Gino) Bertolami, sindaco di Novara di Sicilia, e vicepresidente Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia.

Due giorni di intensi e partecipati lavori, terminati ieri, dell’assemblea dei soci del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, riunita presso la sede di Furnari, che ha visto a confronto diversi candidati alla guida della nuova governance della società in controllo pubblico.

I soci pubblici e privati presenti in assemblea, con un solo astenuto ed un voto contrario, hanno eletto presidente Girolamo (Gino) Bertolami, sindaco di Novara di Sicilia e vicepresidente Michele Cappadona, presidente regionale della centrale cooperativa Agci Sicilia. Nominato inoltre come nuovo componente del CdA Pietro Caliri, ingegnere libero professionista.

“La missione di tipo partecipativo dei gruppi di azione locale (GAL) per l’attuazione delle strategie di sviluppo locale si accorda pienamente con la filosofia che ispira il movimento cooperativo”, dice Michele Cappadona, presidente AGCI Sicilia nella sua prima dichiarazione come vicepresidente del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi. “Per questa forte motivazione, AGCI Sicilia è presente in tutti e 4 i GAL del messinese, così come in quelli nel territorio provinciale di Palermo, Catania, Trapani e Siracusa. Il contributo che per coerenza considero di dover portare per lo sviluppo del territorio del GAL Tirrenico è senza dubbio un’assunzione di responsabilità, in questo momento in cui l’emergenza economica da pandemia deve essere più che mai sostenuta e gestita congiuntamente da portatori di interessi pubblici e privati.

Va data una speciale attenzione alle criticità presenti a livello locale, trovando loro soluzione attraverso iniziative di resilienza mirate, attuate tempestivamente con determinazione ed efficacia. Ma il GAL dovrà essere in grado anche di dare voce alle istanze del territorio nei confronti dei soggetti decisori regionali e nazionali, istituzionali e politici, per colmare i gap storici di sistema.

da sx Girolamo (Gino) Bertolami e Michele Cappadona

Il cambio di passo delle politiche per il Sud che la Sicilia si aspetta, dopo il tracollo generale delle attività produttive a causa della Crisi Covid, deve essere risolutivo ed epocale. Attraverso le risorse del PNRR, sommando il Recovery Fund del Next Generation EU ai fondi strutturali pre-coronavirus, e all’equa destinazione degli investimenti del bilancio dello Stato in misura non inferiore alla popolazione (34%) o alla superficie (41%) del Sud rispetto a quella dell’Italia, aprire tutti i cantieri necessari a linee di trasporto stradale, alta velocità ferroviaria e altre infrastrutture mancanti. Intervenire su condizione di insularità e continuità territoriale. Puntare su digitalizzazione, sviluppo sostenibile, economia verde e blu.

Come da sempre sostiene AGCI Sicilia – continua Cappadona, occorre destinare investimenti per Zes+Zfm, fiscalità di vantaggio e cuneo fiscale. Applicare le semplificazioni, stroncare i ritardi amministrativi. Creare accessi al credito per le microimprese, attenuare e differire contributi fiscali durante l’emergenza Covid. Attuare una ‘pace fiscale’ equa e realistica, cancellare le cartelle ‘fantasma’ inesigibili degli ultimi vent’anni. Dopo i risarcimenti, disporre una concreta politica di investimenti. Tutto questo è il minimo dovuto ai territori del Mezzogiorno, dopo 160 anni di sfruttamento e colonizzazione.

Ed è quanto ci è ora necessario per ricostruire la nostra economia dalle macerie del coronavirus”, conclude Cappadona. “Chiediamo le risorse per valorizzare il nostro patrimonio culturale, la bellezza naturalistica e ambientale dei nostri territori (sul mare, tra i monti, nei tanti splendidi borghi), le apprezzatissime specialità agroalimentari, le tante produzioni di qualità esistenti, per creare manifatture e quant’altro attraverso attrattori di investitori extraregionali, come le zone franche. Non si tratta più di coltivare un sogno ma di realizzarlo, dedicando tutto il nostro impegno al futuro della nostra terra e dei nostri giovani”.

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