Riceviamo & Pubbliachiamo *
Netta è la sensazione di vivere in un’altra dimensione, tale e tanta è la distanza tra i fatti e la loro rappresentazione, manipolata ad arte, perciò verosimile, come devono essere le bugie ben confezionate.
A Capo d’Orlando, va in scena l’ultimo tentativo di un potere che non vuole arrendersi mai, neanche all’evidenza, e che, stabilita la linea di resistenza, mobilita i mezzi di proprietà e quelli di complemento (tali per pavidità, interesse o altro). Nuvola n. 1
Una complessa e articolata operazione della Procura della Repubblica di Patti e della Guardia di Finanza porta al sequestro di nove ville in zona agricola.
L’ipotesi di reato è chiara: lottizzazione abusiva, fattispecie prevista e punita in modo inequivocabile dalla legge.
Si ha lottizzazione abusiva quando, con una serie di atti e comportamenti, anche legittimi e regolari, se considerati singolarmente o separatamente, si produce il risultato finale della trasformazione urbanistica in difformità alle previsioni del Piano Regolatore: nel nostro caso, la trasformazione in zona residenziale per villette di una zona agricola.
L’ordinanza della Magistratura è chiara nell’individuare il reato e non lascia dubbi di sorta. Del resto, basta osservare la zona interessata per capire quello che è successo.
Nel paese surreale, invece, si minimizza, si parla di irregolarità bagattellari, si disconoscono il senso e la portata della norma, si parla, senza pudore, di moralità violata e inesistente.
Il signor sindaco dirama una nota stampa che costituisce il trionfo della spregiudicatezza anomica: non c’è nulla di irregolare, confermo la piena fiducia nei tecnici comunali.
Così sia!
La Giustizia, nella quale anch’egli dichiara di riporre fiducia, farà il suo corso e, se saranno provati reati, saranno perseguiti.
Esiste tuttavia (anche e principalmente) un problema di ordine “politico” e amministrativo che spetta al sindaco risolvere.
Può l’amministrazione comunale permettere e giustificare una trasformazione urbanistica del territorio in contrasto con il Piano Regolatore Generale attraverso l’uso di titoli abilitativi viziati all’origine da frazionamenti di terreno preordinati allo scopo?
Può il sindaco dire che le concessioni sono regolari ma che non è sua competenza accertare la regolarità dei frazionamenti predisposti?
Evidentemente c’è una responsabilità amministrativa in tutto questo, a partire dal fatto che il sindaco, da tempo, non ritiene di disporre una rotazione negli incarichi dei suoi dirigenti e garantisce loro piena copertura.
Alla società politica e civile di Capo d’Orlando consegniamo queste riflessioni.
Non si tratta di celebrare processi, a quelli penserà la Magistratura, ma di assicurare la regolarità, l’imparzialità e la decenza dell’azione amministrativa.
Nuvola n. 2
Rivoli di liquami fognari solcano la spiaggia e si riversano in acqua: i bagnanti scappano, l’odore nauseabondo ammorba per giorni l’aria.
Potrebbe essere solamente un incidente, ma la sua frequenza denuncia l’inadeguatezza cronica della gestione del sistema fognario.
Ci si aspetterebbero le scuse dell’amministrazione comunale; invece, dal cilindro magico esce il (solito) coniglio: ignoti hanno sabotato l’impianto, gettando panni e tovaglie; è stata presentata una denuncia ai Carabinieri.
L’amministrazione comunale sa che il depuratore è inadeguato, cioè fuori regola.
In questi anni, prodighi di spese per contributi sportivi, ordinanze di somma urgenza, spettacoli(ni) vari, non un euro è stato speso per migliorarne il funzionamento.
Qualche anno fa, si è rotta (anche) la condotta sottomarina e, da allora, i liquidi poco depurati si riversano in mare a poche decine di metri dalla riva.
La situazione è nota a tutti i cittadini.
La zona vicina al depuratore è interdetta alla balneazione da anni, un anonimo cartello lo segnala, i comuni limitrofi protestano, tutti giorni, verso le undici di mattina, il mare di Capo d’Orlando cambia colore e consistenza con l’arrivo dei reflui.
Nei giorni scorsi, il bambino grida che il Re è nudo.
A Palermo, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati di Goletta Verde, emerge che, dal prelievo effettuato sul lungomare di Capo d’Orlando, le acque sono “inquinate” e che Capo d’Orlando è tra i 57 comuni con il depuratore fuori norma, a causa dei quali, è scattata la procedura di infrazione europea che costa all’Italia 700.000 euro al giorno.
Eppure, nonostante la realtà sia molto chiara, monta lo stesso l’offensiva mediatica dell’amministrazione (offensiva anche nel senso che offende l’intelligenza degli orlandini e di chi altri si trova in paese).
Per i cronisti che riprendono con fede ogni comunicato stampa del comune, le acque di Capo d’Orlando sono tra le più limpide e pulite del Mediterraneo; è boom di turisti, il paese è pieno di gente e i commercianti fanno buoni affari; per la televisione, l’ASP smentisce Goletta Verde: il mare è pulito anche nel posto dove è tracimata la fognatura, impietosamente fotografata ogni giorno dai “soliti noti”.
Ci sarebbe perfino una prova iper scientifica: i numerosi bagnanti che vanno in spiaggia sono la prova che il mare è pulito, altro che analisi!
Inutile tentare contro smentite; a meno di non volere accettare un piano di confronto arbitrario e senza punti fermi, che sposterebbe a livello surreale qualsiasi discussione.
Rimane però una curiosità: i bagnanti che, secondo le oppiacee cronache, affollano numerosi la spiaggia, sono tranquillizzati dai comunicati(ni) stampa del comune al punto da non credere più ai propri sensi?
Nuvola n. 3
Secondo l’amministrazione comunale e il cronista, Capo d’Orlando trabocca di turisti: “Boom di turisti e ad agosto si attende il pienone”.
La crisi non esiste, anzi, “è nella testa dei miei nemici” - dice il sindaco.
Anche in questo caso, la narrazione fantastica tende a cancellare la realtà evidente: bar e ristoranti quasi deserti, negozi che chiudono, asfalto a strati intermittenti nel mese di luglio, traffico congestionato anche dalle auto dei bagnanti provenienti, prevalentemente, dai paesi interni e vicini.
C’è da credere a questo punto che il sindaco nutra una genuina e scarsissima considerazione per l’intelligenza dei suoi amministrati, che pretende di trasferire nella dimensione virtuale adatta ai suoi deliri.
Vedremo chi la spunta
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