NIGRO E LANZA TOMASI AL CIRCOLO AGATIRSO DI NASO
Giovedì 23 l’incontro su “Il Principe fulvo” con l’intervento di Dario Tomasello
“Lo studio e la pubblicazione dell’epistolario inedito di Tomasi di Lampedusa mi avevano fatto capire che era giunto il momento di rileggere con occhiali nuovi un romanzo che, nel frattempo, era diventato un classico internazionale della letteratura novecentesca”. Così l’autore Salvatore Silvano Nigro su Il Principe fulvo, il saggio sulla vita e le opere di Lampedusa edito da Sellerio nel 2012 che sarà al centro dell’incontro di giovedì 23 agosto (ore 18:30) del Circolo Agatirso di Naso (via Amendola 3, Naso).
Un saggio nel quale – aggiunge Gioacchino Lanza Tomasi, fine musicologo e intellettuale, figlio adottivo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa – i lettori troveranno “la deflagrazione di motivi straordinariamente allettanti ed arcani, su cui ha poggiato la nostra civiltà. Dovessero venir meno, le attività artistiche si ridurrebbero al solo contingente, al pari di un concerto di Madonna. E del Gattopardo gli italiani hanno la stessa considerazione che hanno per un concerto di Vasco Rossi”.
Entrambi, Nigro e Lanza Tomasi, saranno ospiti dell’incontro del Circolo Agatirso, che sarà aperto dai saluti istituzionali del presidente Sebastiano Paterniti, già professore associato di Neurochirurgia all’Università di Messina, e inframmezzato dalla pagina critica affidata a Dario Tomasello, professore associato di Letteratura italiana contemporanea e responsabile del DAMS di Messina.
“Naso è città in vario modo legata ai Piccolo e a Tomasi di Lampedusa”, ricorda Nigro, docente di Letteratura italiana alla IULM di Milano, firma del Domenicale del Sole 24 Ore, componente della Giuria dei Letterati del Premio Campiello, una laurea honoris causa dalla Chicago University, già docente della Superiore di Pisa, della Sorbonne, dell’École Normale Supèrieur, dell’ Université Rabelais, dell’Indiana University e della New York University, redattore e critico, tra l’altro curatore per Sellerio delle opere di Mario Soldati, Giuseppe Bonaviri e Andrea Camilleri e per Adelphi degli scritti inediti di Giorgio Manganelli.
“Mi piace venire a Naso, perché mi interessa conoscere la città in riferimento ai miei studi letterari. E poi: se i lettori sono interessati a discutere con me del mio libro, io non mi sottraggo al confronto, avvenga esso a Londra, Parigi, New York, Naso. I lettori sono uguali, nel mondo intero. Sono stato invitato dal Circolo Agatirso di Naso. Ne sono onorato. E accetto con gioia”.
“Nebrodi Peloritani Etna, Madonie, la Sicilia interna è ancora luogo divino fin quando l’edilizia e il benessere non la distruggeranno come hanno già distrutto le coste”, aggiunge Lanza Tomasi, già direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana, del Teatro Massimo di Palermo, del Teatro dell’Opera di Roma, dell’Orchestra Sinfonica e Coro di Roma della RAI, del Teatro Comunale di Bologna, dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, sovrintendente dal 2001 al 2006 della Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, autore, tra l’altro, di un lavoro giovanile sulle Ville di Palermo divenuto un classico del settore, di Dimore di Sicilia, Arsenale, Venezia 1998 (rist. 2001) e, per Sellerio, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una biografia per immagini e I luoghi del Gattopardo.
“Sono abbastanza vecchio per ricordate due incanti distrutti. Il castello di Acquedolci dei Cupane e la villa Solicchiata dei Piccolo. Ed ancora più importante il convento dei frati minori di Naso. Lucio Piccolo lo visitava regolarmente. Sarebbe opportuno conservare il rudere, le sue tombe, l’ambiente circostante. Vietare assolutamente le sale banchetti, mostri ricorrenti da Sorrento fino a Capo SanVito”.
Gli “incontri d’autore” del Circolo Agatirso di Naso, realizzati in collaborazione con iTAM Comunicazione e Viviana Montalto (Doralice Messina), proseguiranno domenica 26 agosto con Il Cristo ricaricabile (Meridiano Zero 2012), quarto romanzo di Guglielmo Pispisa dopo Multiplo (Bacchilega 2004), Città perfetta (Einaudi 2005), La terza metà (Marsilio 2008). La pagina critica è affidata a Katia Trifirò, dottore di ricerca e docente a contratto all'Università degli Studi di Messina, autrice di pubblicazioni specialistiche tra cui Dal futurismo all'assurdo. L'arte totale di Beniamino Joppolo (Le Lettere 2012).
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