Caro Libero,oggi i telegiornali del mattino parlano di tante cose, di spread, di coalizioni, di sport, ma nessuno parla di te, nessuno ricorda la tua vicenda, il sacrificio che hai compiuto 21 anni fa.
E pensare che quando andasti ospite a Samarcanda giustificavi la scelta
di portare la tua battaglia in tv dicendo “… E se ho fatto questa
azione è perché credo soprattutto nei mass-media”.
Per
questo che ho deciso di scriverti questa lettera che vuol essere anche e
soprattutto un ringraziamento per quello che hai fatto, perché è anche
grazie a te se oggi possiamo camminare a testa alta sulla nostra
Sicilia, è anche grazie a te se a Messina dei ragazzi hanno il coraggio
di distribuire dei volantini dove chiedono alla Madonna di liberarli dal
pizzo e dalla mafia, è anche grazie a te se nella mia città la gente
dopo anni di silenzio decide di denunciare il racket delle estorsioni ed
il malaffare.
Oggi
è l’anniversario della tua uccisione, ma io preferisco ricordarti con
gioia, la stessa gioia che usciva dal volto di tuo figlio quando ai tuoi
funerali, portandoti in spalla, faceva con la mano libera il segno di
vittoria. Significava che, anche se materialmente ti avevano ucciso
con 3 colpi di pistola alla testa, tu eri vivo più che mai e pronto a
guidarci anche da lassù.
Il 10 aprile 2011, a Barcellona Pozzo di Gotto, abbiamo
festeggiato il primo compleanno dell’associazione antiracket della
nostra città “Liberi tutti” (che guarda caso porta il tuo nome).
Non dimenticherò mai quando tuo figlio Davide mi abbracciò per
ringraziarmi di aver letto la tua ormai famosissima lettera “Caro
estortore”, quell’abbraccio è ancora vivo dentro di me e non posso non
commuovermi ogni volta che ci penso. Ma io sono quello che ero allora,
un semplice attore siciliano, non conto molto.
Magari per arrivare alla tanto agognata libertà dalla mafia ci
vorranno altri 20 anni o forse più, ma so che nel nostro piccolo,
facendo rete, ricordando figure come la tua e denunciando il malaffare,
ognuno di noi può contribuire a questa svolta epocale.
Ho scelto di chiudere questa lettera dedicandoti una canzone di
Giorgio Gaber dal titolo “La libertà”, credo che in essa si racchiuda
tutta la tua filosofia di vita, infatti dice che non bisogna crearsi una
libertà, ma scendere in strada e conquistarsela con la
“partecipazione”. Secondo me non è un caso che un uomo come te si chiami
Libero. Già ti vedo a braccetto con Gaber che canticchi il ritornello.
Ti abbraccio e spero che il sogno di una Sicilia o ancor meglio di
un Italia libera dai mafiosi prima o poi si realizzi. Grazie di tutto,
ciao Libero.
a cura di Ivan Bertolami tratto da http://atestaalta-vox.blogspot.it