A
seguito dell’arresto che ha visto in manette quattro giovani per
tentata estorsione solo un pensiero sovviene, d’amarezza e tristezza;
uno scrupolo di coscienza che, purtroppo, rattrista.
Senza ombra di
dubbio l’operazione, da alcuni ritenuta come “di intelligence
straordinaria”, è degna di approvazione e di lode, ma non di
divinizzazione. Ed è davvero risibile vedere come chi, quarantotto ore
prima, aveva attaccato in maniera riprovevole le forze dell’ordine
ritenendole quasi responsabili del mancato controllo sul territorio di
Brolo, pervaso di recente da decine di furti, (ove sappiamo che colpa
da parte loro non vi è), sia adesso pronto ad enfatizzare un’operazione
che, a mio avviso, seppur lodevole, non ha nulla d’eroico o encomiabile.
Ciò
che rattrista è vedere come nessuno abbia parlato di recupero alla
società di quattro giovani, uno dei quali minorenne; mi chiedo come
tutti siano stati pronti, salvo alcune eccezioni, ad inveire senza
contegno.
Credo sia opportuno guardare un po’ oltre: la cittadinanza
di Brolo, distintasi sempre nella lotta alla mafia, al pizzo,
protagonista di operazioni di spessore elevatissimo che ha visto in
manette, già due decenni fa, veri protagonisti della malavita
organizzata, non si fa di certo stravolgere da quattru scassapagghiari
che, compiendo sicuramente un riprovevole gesto, rimangono sempre e
comunque quattro ragazzi da recuperare ed educare alla cittadinanza.
Questo è il mio pensiero, che può essere condiviso o no; ma credo che al
posto di compiacimenti e complessi di vittimismo sia opportuno che le
istituzioni mettano i gruppi e le associazioni che tale scopo si
prefiggono nella condizione di poter operare in progetti di
sensibilizzazione volti non solo al recupero, ma anche e soprattutto
all’educazione alla cittadinanza. |
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