Dopo la soppressione del tribunale,
chiude anche la casa circondariale di Mistretta che ospitava 40
detenuti. Le ragioni giustificative del provvedimento sono sempre le
stesse: si presume non rispondano ai requisiti di economicità tutte le
strutture periferiche. Sorge il dubbio che manchino i fondi già
predestinati.
Periferici a che cosa? Con l’abolizione delle province la città non
dovrebbe essere il punto di riferimento di un territorio ampio ed esteso
lungo la costa e verso la collina. I parametri di ‘economicità’
cosiddetti dovrebbero essere riadattati alla nuova realtà geo-politica.
La notizia era stata anticipata dal Provveditorato regionale
dell'amministrazione penitenziaria ed ora è stata confermata dal
Ministero della Giustizia che ha dato attuazione al decreto, dello
scorso primo febbraio, con cui il ministro Severino ha ridisegnato la
distribuzione degli istituti penitenziari in Sicilia. Stessa sorte è
toccata agli istituti penitenziari di Modica e Nicosia.
Viene il sospetto che la chiusura dei centri sia dettata dalla mancanza
di fondi destinati alle strutture. Nel precedente piano carcerario
redatto dal Guardasigilli, Angelino Alfano - a cui da mesi è subentrata
Paola Severino - i fondi previsti per la sistemazione della struttura
ammontavano a 42 milioni e 500 mila euro. Insomma, se per Riforma delle
carceri si intende chiuderli, siamo ben lontani dalla soluzione dei
problemi. Mimmo Nicotra, segretario generale aggiunto del sindacato di
polizia penitenziaria ha dichiarato: "con tale assetto a guadagnarne
sarà indubbiamente anche il tanto sottodimensionato Corpo di Polizia
Penitenziaria siciliano che si vedrà ridistribuito su un numero minori
di Istituti con evidenti ripercussioni positive in ordine alla qualità
dei servizi istituzionali ad esso demandati”.
I cittadini invece si domandano come sarà la qualità della vita fra le
quattro mura dei carceri e a quanti suicidi si dovrà ancora assistere.
L.L.