ITALIA - GIRO D'ITALIA, NIBALI COMPIE UN CAPOLAVORO NELLA BUFERA
DATA NOTIZIA: 25/05/2013 - FONTE NOTIZIA: http://www.repubblica.it/sport/ciclismo
 
Alle tre Cime di Lavaredo, in una giornata con pioggia, neve e freddo, la maglia rosa sigilla il suo trionfo staccando tutti. Per il podio, Uran spodesta Evans dal secondo posto, indietro Scarponi
di LUIGI PANELLA

TRE CIME DI LAVAREDO - Ci voleva proprio questa nuova grandissima impresa. Dopo la straordinaria vittoria, anche se dal sapore un po' 'asettico', della cronoscalata, Vincenzo Nibali sigilla il suo al Giro d'Italia uscendo trionfatore da un tremendo corpo a corpo sulle Tre Cime di Lavaredo: una sfida fatta di pioggia, neve, sguardi di paura e di coraggio, altitudine e soprattutto tanto freddo. Le Tre Cime di Lavaredo non potevano essere banali, e infatti l'impresa della maglia rosa è da almanacco. Avviene lì dove il 'velocista' Eddy Merckx (come fu incautamente definito il favoloso belga) spiccò la sua prima cavalcata rosa, ma anche dove lo stesso Cannibale, in una memorabile tappa vinta dall'arrampicatore Fuentes, fu staccato da un giovanissimo Gibì Baronchelli. Accanto a questi nomi, ora c'è anche quello dello 'Squalo dello Stretto', che a nostro avviso sale oggi dal livello di ottimo corridore a quello di campione.

Il meteo è complice della grandezza dell'impresa e al tempo stesso ne è cornice inclemente: dopo un illusorio sole, pioggia e neve ornano il finale di gara. Se non altro, stavolta il piano B dell'organizzazione funziona. Rispetto a quella originaria, percorso più lungo ma più facile (si fa per dire): restano le salite del Passo delle Tre Croci e l'arrivo alla Tre Cime. Dopo un giorno passato su rulli lisci come l'olio, e visto che ormai c'è rimasta solamente la passerella verso Brescia, non c'è la predisposizione mentale per lasciare spazio alla fuga di giornata.
Male per quattro coraggiosi che vanno in avanscoperta. Tre hanno anche un bel rapporto con il Giro: l'ucraino Popovych prima di fare il gregario di lusso conquistò il podio, il russo Brutt una frazione l'ha vinta nel 2008, il passistone Hansen è fresco di conquista, nella pioggia di Pescara. Completa il quadro Giairo Ermeti, in pistard. Presenza non casuale, si tratta della consueta fuga televisiva dell'Androni di Gianni Savio. 

Verso il Passo delle Tre Croci inizia un duello molto interessante per la maglia bianca di miglior giovane. Bentancur accusa un problema meccanico che ne genera uno ai polpacci: rientra a fatica mentre davanti la Saxo tira a tutta per Majka. Il colombiano viene aiutato da connazionali di squadre diverse: una santa allenza per gli eredi del famoso Lucho Herrera, uno che vinse alla Tre Cime nel 1989 e, a proposito di alleanze trasversali, salvò uno dei cinque Tour di Bernard Hinault. A conti fatti il fine giustifica i mezzi, se alla fine la maglia bianca diventa colombiana.

Splendido il finale, con Nibali che mette l'Astana a tirare e, uno dopo l'altro, va a riprendere gli uomini in avanscoperta. Il suo non è uno scatto secco, non lo permette la tipologia della salita: si tratta di una serie di accelerazioni che lentamente ma inesorabilmente fanno il vuoto. Dietro Evans, pur non avendo una grande condizione, resta fuoriclasse nel carattere: soffre ma non si accontenta, torna, lotta, poi cede di nuovo. Uran gli sfila il secondo posto nella generale (che giornata per la Colombia!), lui comunque conserva il podio. Non glielo insidia Michele Scarponi: la faccia stravolta del marchigiano, nella drammaticità, è l'ennesima bella immagina di una grande giornata di ciclismo. E, a proposito di volti, giusto parlare anche di un uomo che con le Tre Cime c'emtra poco: Mark Cavendish arriva distrutto, ma arriva. perde la maglia rossa a punti, ma si guadagna con tenacia il diritto di riprendersela nello sprint di Brescia. Direbbero i francesi, 'chapeau'. per associazione di idee: Nibali, ma il Tour? Perchè non sfrutare questo momento magico? Per ora c'è un no, velato, non secco. C'è tempo per riparlarne, per ora si gode il Giro: "Grazie alle persone che mi hanno aspettato in vetta e all'organizzazione che ci ha permesso di arrivare qui. Avevo paura che qualcuno scivolasse, nel tratto finale. All'arrivo mi sono girato e ho baciato la fede, il mio ultimo pensiero prima di tagliare il traguardo è andato a mia moglie Rachele. Volevo dimostrare di esserci sempre e di poter combattere fino alla fine".

ORDINE D'ARRIVO
1 - Vincenzo Nibali (ITA-Astana)
2 - Fabio Duarte (COL-Colombia) a 17''
3 - Rigoberto Uran (COL-Sky) a 18''
3 - Carlos Betancur (COL-Ag2r) a 21''
5 - Fabio Aru (ITA-Astana) a 44''
6 - Franco Pellizotti (ITA-Androni) a 48''
7 - Domenico Pozzovivo (ITA-Ag2r) a 54''
8 - Damiano Caruso (ITA-Cannondale) a 58''
9 - Darwin Atapuma (COL-Colombia) a 1'00''
10 - Rafal Majka (POL-Saxo Tinkoff) a 1'04'
CLASSIFICA GENERALE
1 - Vincenzo Nibali (ITA-Astana)
2 - Rigoberto Uran (COL-Sky) a 4'43''
3 - Cadel Evans (AUS-BMC) a 5'52''
4 - Michele Scarponi (ITA-Lampre) a 6'48''
5 - Carlos Betancur (COL-Ag2r) a 7'28''
6 - Przemyslaw Niemiec (POL-Lampre) a 7'43''
7 - Rafal Majka (POL-Saxo Tinkoff) a 8'09''
8 - Benat Intxausti (ESP-Movistar) a 10'26''
9 - Mauro Santambrogio (ITA-Fantini) a 10'32''
10 - Domenico Pozzovivo (ITA-Ag2r) a 10'59''

 
 
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